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Le coperture dei fabbricati industriali: i prodotti, le caratteristiche e le normative per essere compatibili con la presenza di un impianto fotovoltaico

Con il D.M. del 28 Luglio 2005 che regolava il Primo Conto Energia, si diffonde in Italia l’uso di realizzare impianti fotovoltaici sulla copertura dei capannoni.
L’evoluzione normativa, l’abbassamento dei costi di realizzazione dell’impianto ed una conoscenza più approfondita dell’argomento presso gli utilizzatori industriali, rappresentano i 3 fattori principali per la diffusione di questa infrastruttura energetica su tutto il territorio nazionale.
Come tutte le novità, ci è voluto tempo affinché si diffondesse la necessità tra la Committenza privata e la D.L., di studiare in modo sistematico le problematiche per il posizionamento degli impianti fotovoltaici sulle coperture dei fabbricati industriali e delle soluzioni. Da qui nasce la necessità di incrociare i vincoli posti dal Legislatore con le caratteristiche dei materiali da utilizzare, anche in relazione alle garanzie di tenuta all’acqua del manto.
 
Oggi il Cliente vede la necessità di realizzare un impianto fotovoltaico sulla copertura del proprio immobile, non per mera speculazione finanziaria come accadeva con il Primo Conto Energia, ma per una necessità strutturale di abbattere i costi energetici: questi presupposti hanno trasformato l’importanza di un impianto fotovoltaico alla pari di un impianto produttivo e, per analogia, anche la copertura del capannone deve presentare, come le pavimentazioni industriali, un punto di appoggio sicuro per questa infrastruttura energetica.
I numerosi episodi che hanno visto l’impianto fotovoltaico come la principale causa di incendi di edifici industriali hanno dato spunto al Legislatore di imporre una normativa più stringente e precisa sulle caratteristiche che devono avere i manti di copertura per poter accogliere un impianto fotovoltaico. Nel caso di tetti con coperture miste con la presenza di membrane impermeabilizzanti e di pannelli sandwich, le indicazioni date dal Legislatore prevedono l’utilizzo di tecnologie con particolari caratteristiche di reazione al fuoco. Le zone con presenza di membrane bituminose devono avere una classe di reazione al fuoco B ROOF T2: in caso di incendi le guaine aventi questa caratteristica impediscono il propagarsi dello stesso sulla copertura.
 


 
Oltre a ciò, è consigliabile l’utilizzo di manti con tecnologia Cool roof: l’utilizzo dei tetti bianchi permette di ridurre la temperatura interna di almeno 3°C in forma passiva, grazie alla riflettenza dei raggi solari.
La stessa caratteristica permette di abbattere la temperatura esterna: nei periodi di estivi un tetto trattato con guaina nera riflette solo il 9% dei raggi solari e può arrivare a temperature di 78°C, mentre un tetto bianco trattato con pittura WHITE REFLEX permette di riflettere fino al 73% di raggi solari e di abbattere la temperatura estiva a 42°C.
 

 
L’abbattimento delle temperature esterne è condizione fondamentale per una migliore efficienza e resa dell’impianto fotovoltaico. La parte metallica della copertura, dove viene posizionato l’impianto fotovoltaico, presenta altre necessità ed insidie. Nel caso in cui sulla copertura sia richiesta, da parte della Committenza, la presenza di un pannello sandwich in poliuretano, quest’ultimo deve avere una schiuma poliuretanica classificata PIR per soddisfare le proprietà autoestinguenza e di non propagazione del fuoco in copertura (classe di reazione al fuoco B s1 d 0). Più facile è invece il caso delle porzioni metalliche con isolamento in lana minerale : in questo caso la classe di reazione al fuoco dell’isolamento è in classe A2 s1 d 0.
Tuttavia, la principale problematica delle zone con copertura metallica è quella di creare una base sicura di appoggio per il futuro impianto fotovoltaico, mantenendo le garanzie di tenuta all’acqua.
Per risolvere questa problematica i nostri tecnici hanno studiato e previsto l’applicazione di una particolare piastra che possa essere fissata sulla greca della copertura metallica: la presenza di una particolare membrana permette la corretta posa della piastra ed un efficace diaframma.
 

 
Questo diaframma evita cricche sulla copertura causate dalle dilatazioni ortogonali che, con il caldo, possono avere le lastre di copertura e la struttura che sorregge l’impianto fotovoltaico.
Questa particolare piastra è la soluzione che mantiene inalterata la garanzia sulla tenuta all’acqua del manto di copertura ed evita soluzioni improvvisate e disastrose utilizzate da impiantisti elettrici che, privi di ogni conoscenza sulle caratteristiche e sul funzionamento del manto impermeabile, ricorrono a soluzioni assurde, facendo decadere ogni garanzia che viene rilasciata sul manto di copertura.
 

 
Tale soluzione rientra anche nelle nostre attività di Facility Management in quanto permette di risolvere alla Committenza i problemi legati all’ampliamento di impianti fotovoltaici già presenti sulla copertura dei loro immobili.
 

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